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MODULO 6 -FINITURA
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6.1 VARNISH
6.2 RESIN

MAGIA FINALE
COME SCEGLIERE LA GIUSTA FINITURA PER LA TUA OPERA
Come un regista che sceglie l'inquadratura finale di un film, l'ultima decisione che prenderai per la tua opera d'arte potrebbe sembrare minore, ma in realtà è profondamente trasformativa. La scelta della finitura non è solo una questione tecnica—è l'ultimo respiro creativo che dai alla tua opera.
Opaco o lucido? Protetto o al naturale? Questa decisione finale non solo influenzerà l'aspetto visivo dell'opera, ma ne determinerà anche la longevità e il modo in cui verrà percepita dal pubblico. È come scegliere il vestito giusto per un primo appuntamento: fa tutta la differenza.
6.1 - La vernice protettiva: l’ultimo gesto d’amore verso la tua opera
Sai quando nelle fiabe i mantelli magici proteggono senza farsi notare? Ecco, la finitura di un quadro è un po’ così: invisibile ma potentissima. È l’ultimo strato, quello che non aggiunge colore ma custodisce tutto il resto. Difende la tua arte da quei nemici silenziosi e inevitabili—come i raggi UV che sbiadiscono i colori poco a poco, la polvere che si annida nelle trame, e le impronte di chi non riesce a resistere e vuole toccare “per sentire com’è”.
Ammetto che il mio rapporto con le vernici non è stato semplice. All’inizio usavo quelle liquide con entusiasmo, ma finivo spesso delusa: lasciavano segni e rigature come graffi sulla pelle, e ogni passata sembrava rovinare ciò che volevo proteggere.
Poi sono passata agli spray: pratici, veloci, omogenei… ma pieni di odori forti, difficili da usare in spazi chiusi. Insomma, un equilibrio difficile da trovare.
La svolta è arrivata quando ho cominciato a usare la vernice liquida in modo diverso. Invece del solito pennello, ho provato con quelli a spugna: precisi, delicati, e soprattutto senza lasciare tracce visibili. Da quel momento ho trovato la mia formula.
La mia scelta preferita? Il finish satinato. Per me è il più elegante. Il lucido a volte ruba la scena, riflette tutto come uno specchio e può distrarre. L’opaco invece trattiene troppo la luce, e i colori sembrano perdere vitalità. Il satinato è la via di mezzo perfetta: lascia respirare l’opera, ne esalta i colori senza imporsi.
Un consiglio da artista ad artista
Se hai deciso di vendere le tue opere—e ti incoraggio a farlo, perché ogni pezzo che crei è un dono—considera la vernice protettiva come parte integrante del tuo processo. Quando dici al tuo collezionista: “Ho protetto quest’opera con una finitura di qualità che ne preserverà i colori e la bellezza nel tempo”, stai dando un segnale importante. Non è solo tecnica: è cura, è rispetto, è professionalità.
La finitura dialoga con lo spazio
Non tutti ci pensano, ma la vernice cambia anche il modo in cui l’opera viene percepita nell’ambiente in cui vive. In una stanza piena di finestre, ad esempio, una finitura lucida può creare riflessi fastidiosi. In uno spazio dallo stile minimalista, l’opaco aiuta l’opera a fondersi con l’ambiente. Il satinato? Spesso è perfetto nei luoghi dove la luce cambia durante la giornata, perché si adatta senza dominare.
Quando scelgo la finitura, mi piace immaginare dove andrà a vivere il quadro. Sarà in una casa moderna? In uno studio pieno di libri? Su una parete bianca baciata dal sole del pomeriggio? Questo esercizio immaginativo mi aiuta a prendere decisioni più consapevoli.
Sperimenta: piccoli test, grandi scoperte
Non c’è niente di più utile che provare su piccoli campioni prima di intervenire su un’opera finita. Ogni quadro ha la sua personalità, e a volte anche le finiture possono diventare parte della narrazione visiva. Hai mai pensato di combinare due finiture diverse? Magari uno sfondo opaco con dettagli lucidi in primo piano, per aggiungere profondità e contrasto. Il risultato può sorprendere.
La finitura non è un dettaglio tecnico: è un atto di consapevolezza.
È l’ultimo tocco, quello che dice “quest’opera è pronta per uscire nel mondo”.
Usala con intenzione. E lasciala parlare per te.
6.2 RESINA
Nella fluid art, la resina è spesso utilizzata per la finitura. Rispetto alla vernice, è più spessa e conferisce un aspetto solido e ultra-lucido all'opera.
Suggerimento
Usare un cannello a gas mentre la resina è ancora liquida aiuta a eliminare le bolle d'aria, garantendo una finitura perfetta.
"Non ho mai usato la resina per le mie opere, perché non amo l'effetto lucido. Anche se ammiro il lavoro di altri artisti che la usano, ritengo che ogni artista debba trovare il proprio stile e la finitura che meglio si adatta alla sua visione."
CONCLUSIONE
La cura dei dettagli e la scelta della finitura sono passaggi essenziali per valorizzare la fluid art. Ogni artista deve sperimentare e trovare la propria strada, affinando tecniche e preferenze per ottenere il miglior risultato possibile.